La Messa per un cattolico, ai tempi del Coronavirus
La tutela della nostra vita spirituale è un diritto inviolabile riconosciuto dalla Costituzione Italiana.
Viene garantito il diritto dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata (Art. 2-3-19 Cost.).
La partecipazione alla Messa è, dunque, un diritto in quanto è uno dei modi in cui si professa la religione cattolica ed è un diritto naturale.
E’ necessario, per natura, dedicare una giornata al riposo e al culto di Dio.
Nella Bibbia il giorno era il sabato.
Nel Nuovo Testamento, con la resurrezione del Signore, il giorno è stato spostato alla domenica che è il giorno dedicato al Signore – il dies Domini.
Partecipare alla Messa è anche un obbligo, che riguarda solo ed esclusivamente i fedeli cattolici che hanno l’uso della ragione ed abbiano compiuto il settimo anno di età (Codex Iuris Canonici, can. 11), a meno che non siano legittimamente impediti o impossibilitati o non abbiano una dispensa.
L’obbligo è triplice (can. 1247. C.I.C.):
1) partecipare alla Messa;
2) astenersi da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore;
3) godere del dovuto riposo della mente e del corpo .
Possiamo, quindi, concludere che: “L’Eucaristia domenicale fonda e conferma tutto l’agire cristiano. Per questo i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti) o ne siano dispensati dal loro parroco. Coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2181).
In questo momento di emergenza sanitaria, il Governo Italiano ha previsto l’impedimento per ogni celebrazione della messa con concorso di fedeli, tra le misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus Covid-19 sull’intero territorio nazionale.
Tale situazione rientra nella previsione di cui al can. 1248, 2 C.I.C.: “Se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla liturgia della Parola, se ve n’è qualcuna nella chiesa parrocchiale o in un altro luogo sacro, celebrata secondo le disposizioni del Vescovo diocesano, oppure attendano per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie”.
In tal senso va la dichiarazione resa dalla Segreteria generale della CEI “Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese” Agensir.
Si stanno mettendo a punto nuove iniziative, programmi orientati alla preghiera in un ambiente digitale.
Inoltre, la CEI ha incentivato forme di “prossimità” come l’apertura delle Chiese per la preghiera personale.
Inoltre i sacerdoti sono disponibili ad accompagnare il cammino spirituale delle persone con l’ascolto, la preghiera e il sacramento della riconciliazione; alla celebrazione quotidiana – senza popolo, ma per tutto il popolo – dell’Eucaristia; la visita di ammalati e anziani, anche con i sacramenti degli infermi; a recarsi sui cimiteri per la benedizione dei defunti
Restano le forme di carità per assicurare i servizi essenziali a favore dei poveri (mense, empori, dormitori, centri d’ascolto) ed anche di chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione.
Utilizziamo questo tempo di angoscia per sperimentare nuove forme di comunità e di espressione della nostra fede.
Manteniamoci uniti nella preghiera, nella compassione e nella Comunione Spirituale: è un nostro diritto ed, insieme, un nostro dovere.
Riporto qui di seguito la preghiera per la Comunione Spirituale:
Gesù mio,
io credo che sei realmente presente
nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente
nel mio cuore.
Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai
a separare da te.
Eterno Padre, io ti offro
il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
in sconto dei miei peccati,
in suffragio delle anime del purgatorio
e per i bisogni della Santa Chiesa.
Avvocato Maria Capozza