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L’Avvocato e la via della coscienza

L’Avvocato e la via della coscienza

In un tempo in cui tutto cambia rapidamente, in cui le certezze sembrano sbriciolarsi sotto il peso di mode ideologiche, l’Avvocato si trova al crocevia di una grande responsabilità: tenere saldo l’equilibrio tra tecnica giuridica e coscienza morale.

Non basta conoscere la norma, non è sufficiente saperla applicare con precisione. Occorre anche una capacità più profonda: quella di discernere, di guidare, di suggerire strade che non rispondano solo a ciò che è possibile, ma a ciò che è giusto. In questo, il ruolo dell’Avvocato si avvicina più alla testimonianza che all’esercizio di un mestiere. È un lavoro di lucida fermezza e allo stesso tempo di grande umiltà.

Non si tratta di essere giudici morali, ma di restare fedeli alla propria coscienza, anche quando è scomoda. Di resistere alla tentazione di piegare il diritto alle logiche del compromesso ad ogni costo. Di custodire un senso profondo di purezza e di verità, che illumini anche le scelte più difficili.

C’è una forza che non ha bisogno di alzare la voce, ma che si manifesta nel rigore silenzioso, nella coerenza interiore, nella capacità di dire no quando è più comodo dire sì. C’è una forma di guida che non impone, ma illumina. C’è un modo di comunicare che non è fatto solo di parole, ma di presenza, di ascolto, di capacità di stare accanto con verità.

In questa prospettiva, l’Avvocato può diventare non solo il difensore di un diritto, ma il custode di una visione più alta, capace di tenere insieme il rispetto della legge e la dignità della persona. Può farsi ponte tra conflitto e armonia, tra frammentazione e senso, tra smarrimento e possibilità di rinascita.

Mai come oggi, abbiamo bisogno di professionisti che non rincorrano l’opinione dominante, ma che sappiano restare ancorati a ciò che non passa. Figure che incarnino un’etica non gridata, ma vissuta. E che, proprio per questo, sappiano dare fiducia, orientamento e futuro.

Questa è la via. Una via stretta, forse, ma solida. E profondamente umana.

Questi pensieri mi hanno accompagnata oggi, dopo aver partecipato alla Messa per gli Avvocati nel contesto del Giubileo 2025. Un momento di luce e di silenziosa forza che ha riacceso in me il senso profondo della vocazione forense.

Avv. Maria Pia Capozza

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